Coro dei Frati della Verna

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Il Coro dei Frati della Verna si è costituito ufficialmente con la registrazione del loro primo cd nel 2009 (dedicato al repertorio gregoriano di tradizione francescana e che immediatamente ha ottenuto la segnalazione come “Disco dell’Anno” da Alias, supplemento culturale de Il Manifesto da parte del direttore della rivista di musica contemporanea Konsequenz). È diretto sin dalla sua origine da fra Massimo Grassi (Guardiano del Santuario della Verna) con l’Organista Aggiunto del Santuario della Verna (nonché Organista Titolare della Prepositurale di Merate) Eugenio Maria Fagiani e comprende  cantori della Provincia Toscana (quindi con frati che provengono dai Conventi di Cortona, Fiesole, Grosseto, La Verna) e prende il suo nome dal fatto che tutti i suoi componenti si riconoscono nel mistero del Sacro Monte ed in tutto ciò che questo rappresenta.

Foto Coro

Il Coro dei Frati della Verna nel Concerto-Meditazione svoltosi il 18 agosto 2010 nell’ambito del XXIII Festival Internazionale di Musica d’Organo

Il Coro ha al suo attivo due registrazioni che hanno conosciuto entusiastici apprezzamenti e che sono disponibili presso il negozio ricordi del Santuario: “Crucis Christi Mons Alvernae” (dedicato al repertorio gregoriano francescano e che appartiene quasi esclusivamente alle celebrazioni del Santuario) ed “Ave Maris Stella” (contenente repertorio gregoriano Mariano). L’attività principe di questi cantori è l’animazione musicale delle principali celebrazioni del Santuario della Verna oltreché a quelle più significative dei Conventi della Provincia Toscana.

Nell’ambito delle celebrazioni delle Quarant’ore nella Prepositurale “Sant’Ambrogio” di Merate (Lecco), nel febbraio del 2011, il Coro dei Frati della Verna, nella loro prima esibizione fuori dal loro contesto abituale, hanno eseguito una selezione di canti gregoriani sia eucaristici che tipici della tradizione francescana. Questi sono stati alternati ad improvvisazioni organistiche, che hanno commentato il canto appena eseguito, secondo quella prassi propria dell’alternatim che è tipica anche durante le liturgie della tradizione Cattolica. In questa occasione inoltre i frati hanno animato con il canto laS. Messa nella stessa chiesa Prepositurale e nella  Parrocchiale  “S. Zenone” di Osio Sopra (BG)

Lettera al Coro dei Frati della Verna: una riflessione sul canto gregoriano.

Cosa c’è di più perfetto e semplice di qualsiasi canto che noi conosciamo, se non il canto gregoriano.
È l’origine del sentimento cristiano in musica, la purezza della melodia che dona al testo sacro ancora più valore e forza.
Perché ancora oggi è così attuale? Perché non esiste nessuna musica, come la declamazione cantata del testo sacro che può aiutare lo spirito a trovare Dio, a trovare pace e serenità.
Oggi siamo abituati a correre a non fermarsi mai, e ricerchiamo magari nelle discipline orientali quello che pensiamo non sia mai esistito nel nostro Credo Cristiano, cioè la meditazione.
È vero che per meditare e ricercare la nostra spiritualità dentro di noi non vi è l’obbligo di cantare o di ascoltare musica, ma, attraverso il canto primitivo della nostra fede, possiamo con più facilità predisporsi verso questa esigenza.
Ecco perché il Coro dei Frati della Verna  possono portare un messaggio nuovo, proprio attraverso questo tipo di musica. A molti il gregoriano appare un canto obsoleto perché si pensa a qualcosa di noioso e lontano dal nostro linguaggio moderno.
Perché nessuno né al catechismo né a scuola ne parla o lo fa ascoltare. Ecco che il significato degli incontri che a parer mio il coro dei rati può fare è far conoscere questo meraviglioso linguaggio a pochi conosciuto.
Ascoltare non un concerto, ma un incontro di preghiera, da chi come voi, abitualmente canta il gregoriano ( e non importa se esso è cantato egregiamente o no) e intercalato da letture sacre o preghiere, sicuramente da parte dell’ascoltatore che diventa così inaspettatamente parte integrante della serata, acquista un messaggio ben diverso da quello sempre alto ma non certo spirituale che può essere un semplice concerto dove il canto gregoriano diventa un brano asettico di solo ascolto.
Il messaggio è triplice: 1) far capire che vi è vita e gioia nella vostra scelta religiosa. 2) riappropriarsi di questo tipo di canto e farlo conoscere ai tanti e dico tanti credenti che non ne conoscono l’esistenza ma solo per sentito dire,  e per ultimo ma il più importante 3) avvicinare in questi incontri i giovani a Dio.
Un’ ultima considerazione: chi viene alla Verna sia essa la prima volta o più, quando se ne torna a casa porta sempre con se un senso di pace da cui non ti vorresti distaccare, un senso profondo di serenità che non ti sai spiegare, poter comprare un CD con canti gregoriani che sono fatti da chi vive perennemente in questo luogo può significare riaccendere la memoria e ritrovare la pace ogni qualvolta egli lo voglia.
Puoi dire, ma qualsiasi disco con lo stesso canto può fare lo stesso effetto.
Non credo, è il ricordo del luogo, di quel momento di preghiera vissuto per un giorno o una settimana, che si riaccende quando tu prendi e ascolti proprio quel CD fatto dai frati della Verna.
Per quanto riguarda l’organo, ho capito perché è stato grande p. Vigilio Guidi (storico organista della Verna), perché ha incarnato perfettamente il musicista francescano che non deve eccedere mai, ma fare uso dell’organo con il giusto equilibrio di registri che diano sempre il messaggio francescano di semplicità e povertà che non vuol dire aridità ma gioia ed emozione profonda per chi ascolta. Certamente questo spirito deve esistere soprattutto durante le funzioni liturgiche, nei concerti  l’organista può esprimere al meglio la sua personalità.
Termino con una frase che oggi mi sembra quanto mai attuale, è dell’insigne musicista francescano p. Alessandro Santini (altro organista della Verna): Non si può trattare l’Organo in una funzione sacra come si tratterebbe in sede di concerto: se l’Organista ha mezzi tecnici ad esuberanza, ed ogni Organista dovrebbe averli, deve usarli con la massima severità e guidato da quel profondo senso religioso che è necessario alla partecipazione ai sacri riti. Vi sono momenti, specialmente prima e dopo l’azione Liturgica, nei quali l’Organista ha il campo libero, ma è sempre necessario ricordarsi di essere nella casa di Dio!